I laburisti e l’Europa

«Il Socialista», a. II, n. 5, 28 maggio 1945, p. 1.

I LABURISTI E L’EUROPA

La notizia diffusa lunedí scorso circa il dilemma posto da Churchill ai laburisti riuniti in congresso: o mantenimento del governo di coalizione o elezioni subito in luglio, e la immediata risposta laburista di accettazione della battaglia elettorale, è certo una di quelle notizie che dal campo della politica interna di un paese passano nel campo della politica internazionale.

Senza alcun dubbio la lotta si presenta piena di difficoltà e tanto piú emozionante in quanto essa è stata accettata all’unanimità dal grande partito dei lavoratori nelle condizioni non migliori, sotto l’urgere di un ultimatum che ci sembra bene inquadrato nella mentalità conservatrice di una classe che non vuole abbandonare il governo e che gioca le sue carte con estrema spregiudicatezza.

È chiaro infatti, come i laburisti hanno fatto notare, che le elezioni in luglio, subito dopo la vittoria e il successo personale di Churchill danno netto favore ai conservatori e che questi speravano cosí di spaventare gli avversari costringendoli a rimanere nella coalizione fino al termine della guerra con il Giappone. Comunque noi socialisti guardiamo alla lotta iniziata fra conservatori e laburisti in Inghilterra con un interesse di carattere internazionale che dovrebbe essere chiaro a tutti gli Europei e specialmente agli Italiani che desiderano un libero sviluppo delle loro nuove istituzioni politiche. Anche se la politica estera laburista non potrà non tener conto dell’esistenza di interessi inglesi di carattere capitalistico, è indubbio che solo i laburisti potranno trovare una base di intesa con altre potenze europee e con i popoli liberati, che solo essi potranno rivolgersi con un linguaggio diverso ai popoli di Grecia e d’Italia, interpretando da un punto di vista di democrazia popolare i problemi che angosciano quei popoli e che pongono una insanabile frattura fra le forze reazionarie e quelle veramente democratiche. Lo stesso problema tedesco sarà risolto differentemente che con le cortesie ai vari Doenitz e i laburisti saranno in grado, secondo le parole della presidentessa del Congresso Miss Wilkinson, di trovare gli uomini veramente adatti alla nuova Germania: non i militari e i capitalisti, ma i rappresentanti dei lavoratori, delle vecchie forze socialiste che non possono essere tutti scomparsi.

È perciò che noi nell’amicizia, nell’intesa che lega il nostro partito e gli altri partiti socialisti europei al partito laburista vediamo le premesse piú feconde di una vera pace europea e di uno sviluppo democratico non illusorio. Su questo piano internazionale e popolare noi socialisti vediamo la ricostruzione italiana, non su quello nazionalistico che le forze reazionarie vorrebbero ricreare per portarci a nuove dittature interne e a nuovi disastri internazionali.